
Leandro Giribaldi presenta, per la rassegna Jo&Marlene

VENERE BIONDA (Blonde Venus, 1932)
REGIA: Josef von Sternberg
SOGGETTO: Josef von Sternberg
SCENEGGIATURA: Jules Furthman, S. K. Lauren
FOTOGRAFIA: Bert Glennon
MUSICHE: AAVV
PRODUZIONE: Paramount
INTERPRETI: Marlene Dietrich, Cary Grant, Herbert Marshall
ORIGINE: USA; DURATA: 93’
Il chimico americano Ned (Marshall) sposa l’ex cantante tedesca Helen (Dietrich), dopo averla conosciuta in circostanze fortuite in Germania (cioè mentre fa il bagno nuda in un laghetto insieme a delle amiche). Dopo la nascita di un figlio, lui si ammala gravemente e per sostenere le spese della cura, lei ricomincia la sua attività di cantante cabarettistica.
Fra tutti i melodrammi dei film girati da von Sternberg con la Dietrich, Venere bionda è quello meno esotico e quello che più rispetta le convenzioni del genere: l’amore, la malattia, il tradimento, la donna perduta che cerca il riscatto.
Jo, in crisi personale con Marlene, aveva scritto un soggetto immorale. Ci fu un’aspra lite con i produttori e von Sternberg rischiò il licenziamento, con la Dietrich schierata comunque dalla sua parte.
Alla fine Sternberg chinò il capo e accettò i cambiamenti, soprattutto il finale. Il film contiene uno dei più strepitosi numeri musicali di tutta la storia del cinema: la Dietrich travestita da gorilla che canta Hot Voodoo. Negli anni ’60 il giovane Bogdanovich incontrò tutti i leoni della vecchia Hollywood.
Una sera a cena Sternberg gli disse: “Dica sempre di sì al suo produttore e si congratuli con lui per la sua saggezza e perspicacia”. Bogdanovich scoppiò a ridere in quanto Sternberg nella sua carriera aveva fatto esattamente il contrario. Bogdanovich commentò poi in un suo scritto che von Sternberg aveva infranto i due comandamenti principali di un regista: non litigare con i produttori e non innamorarsi della sua attrice. Ma sia l’uno sia l’altro hanno dato origine a opere straordinarie…
L. Giribaldi