
Leandro Giribaldi presenta, per la rassegna Ernst Lubitsch

PARTITA A QUATTRO (Design for Living, 1933)
REGIA: Ernst Lubitsch
SOGGETTO: dalla omonima commedia teatrale di Noel Coward
SCENEGGIATURA: Ben Hecht
FOTOGRAFIA: Victor Milner
MUSICHE: John Leipold
PRODUZIONE: E. Lubitsch per Paramount
INTERPRETI: Miriam Hopkins, Gary Cooper, Fredrich March, Edward Everett Horton
ORIGINE: USA; DURATA: 91’
In un treno francese Gilda (Hopkins), una pubblicitaria americana, fa la conoscenza di due compatrioti bohemien: Tom (March) e George (Cooper), rispettivamente commediografo e pittore. Dopo che la ragazza ha aspramente criticato il lavoro dei due artisti, i tre diventano amici e si trasferiscono a Londra, dove lei cercherà di farli arrivare al successo.
Alle soglie dell’entrata in vigore del codice Hays (1934) Lubitsch realizza una delle sue commedie più audaci, tratta da un grande successo di Broadway del commediografo inglese Noel Coward e che l’anno seguente sarebbe stato probabilmente impossibile produrre.
Come già successo in precedenza con Oscar Wilde, l’adattamento di Lubitsch è libero e totalmente cinematografico (lo sceneggiatore Ben Hecht si vantava di non aver lasciato una sola parola del copione teatrale). Fin dall’inizio è dichiarato il tema del film con un grande triangolo che fa da sfondo grafico ai titoli di testa.
E come nei precedenti L’allegro tenente, Un’ora con te e Mancia competente, la storia si sviluppa attraverso un triangolo sentimentale, ma questa volta composto da una donna e due uomini.
Lo stile di Lubitsch raggiunge in Partita a quattro uno splendore quasi assoluto, con il trionfo di allusioni ed ellissi (la gag del signor Egelbauer!), un terzetto fantastico di attori dove eccelle la sua prediletta Hopkins, con sottolineature autobiografiche (il personaggio di Tom e la sua ansia da prestazione “comica”).
E per un triangolo così, altrettanto libero anche se più drammatico, bisognerà aspettare il 1962 con Truffaut e il suo Jules e Jim.