Leandro Giribaldi presenta, per la rassegna Noir anni ’50
REGIA: Charles Laughton
SOGGETTO: dal romanzo The Night of the Hunter di Davis Grubb
SCENEGGIATURA: James Agee
FOTOGRAFIA: Stanley Cortez
MUSICHE: Walter Schumann
PRODUZIONE: United Artists
INTERPRETI: Robert Mitchum, Shelley Winters, Lillian Gish
ORIGINE: USA 1955 DURATA: 93’
Nella provincia americana degli anni Trenta si aggira il sedicente pastore Henry Powell (Mitchum), in realtà ladro e assassino seriale che prende di mira soprattutto vedove benestanti. Powell, fanatico religioso, conosce in carcere un detenuto condannato a morte che prima dell’arresto ha nascosto una refurtiva di 10 mila dollari. Appena uscito di prigione Powell si reca dalla vedova dell’uomo (Winters), con l’obiettivo di derubarla.
Charles Laughton (1899-1962), grande attore inglese (De Mille, Hitchcock, von Sternberg, Wilder, Renoir, Kubrick, Preminger fra i registi che l’hanno diretto) con La morte corre sul fiume realizza la prima e unica regia della sua carriera. La morte corre sul fiume è una fiaba nera, un noir cupo ed espressionista, ambientato negli anni della Grande Depressione, con un serial killer fra i più inquietanti della storia del cinema. Laughton sembra riassumere l’estetica dell’espressionismo (magistrali le ombre create dal direttore della fotografia Cortez) e del noir, in un film nel quale è evidente anche la critica ad una società americana succube del puritanesimo fanatico e dell’ossessione per la ricchezza. Eccezionale il cast, con un Mitchum veramente sinistro (sulle dita delle mani ha tatuato le parole LOVE e HATE, una a destra e una a sinistra), l’eccentrica star Shelley Winters e la carismatica, griffithiana, Lillian Gish. Ma protagonisti sono anche i bambini, immersi in un mondo minaccioso che sembra uscire da una fiaba rivisitata dei fratelli Grimm. Il film, troppo bello, troppo “sperimentale”, troppo avanti con i tempi, fu un insuccesso e precluse a Laughton altre possibilità di regia.
L. Giribaldi