via Reginaldo Giuliani, 374 Firenze

IL VENTAGLIO DI LADY WINDERMERE sabato 7 dicembre ore 18


IL VENTAGLIO DI LADY WINDERMERE

(Lady Windermere’s Fan, 1925)

REGIA: Ernst Lubitsch

SOGGETTO: dalla commedia omonima di Oscar Wilde

SCENEGGIATURA: Julien Josephson

FOTOGRAFIA: Charles Van Enger

PRODUZIONE: E. Lubitsch per Warner Bros. Pictures

INTERPRETI: Irene Rich, May McAvoy, Ronald Colman, Bert Lytell

ORIGINE: USA; DURATA: 85’

Lady Windermere (McAvoy) deve subire la corte di Lord Darlington (Colman), mentre il marito (Lytell) è distratto e preoccupato da una lettera spedita da una misteriosa signora Erlynne (Rich) che di lì a poco apparirà in società, creando scandalo.

L’incontro fra Lubitsch e Oscar Wilde con Il ventaglio di Lady Windermere è memorabile.

Rappresentata ininterrottamente nei teatri fin dal 1892, è una commedia che contiene dei dialoghi strepitosi e alcuni dei più famosi aforismi di Wilde, fra cui quello celeberrimo “so resistere a tutto fuorché alle tentazioni”. Ebbene Lubitsch non usa neanche uno di questi aforismi, limita al minimo indispensabile i dialoghi (le didascalie): “Il mio scopo era quello di raccontare la vicenda attraverso le sfumature, le immagini, l’espressione degli attori. Ricorrevo spesso a lunghe scene in cui la gente parlava senza essere interrotta da didascalie: i movimenti delle labbra vi assumevano lo stesso valore che in una pantomima. Non che volessi far leggere le parole sulle labbra agli spettatori, ma cercavo di calcolare i tempi delle battute in modo tale da facilitare una sorta di «ascolto visivo».”

Pur restando piuttosto fedele al testo di Wilde, Lubitsch costruisce un film che è un perfetto manuale di regia cinematografica. Il burattinaio di Die Puppe imbastisce un meccanismo geometrico dal ritmo implacabile, facendo muovere i suoi personaggi come delle marionette che devono rispettare le regole della società. Ogni inquadratura è realizzata con la sapienza di un maestro del cinema e la malizia di un viveur. E la sua leggerezza di tocco non fa passare in secondo piano la simpatia che accorda agli intrusi, clandestini nell’alta società.

L. Giribaldi


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pin It on Pinterest

Share This