via Reginaldo Giuliani, 374 Firenze

Giovedì 17 ottobre ore 21:30 CHE COS’E’ IL CINEMA – Chaplin e Lubitsch – guarda la programmazione


Leandro Giribaldi presenta, per la rassegnaChe cos’é il Cinema

BEHIND THE SCREEN (Charlot attrezzista o Charlot macchinista, 1916)

REGIA: Charles Chaplin; SCENEGGIATURA: Charles Chaplin, Vincent Bryan; FOTOGRAFIA: Rollie Totheroh; PRODUZIONE: Mutual

INTERPRETI: Charles Chaplin, Edna Purviance, Eric Campbell, Henry Bergman, Albert Austin

ORIGINE: USA; DURATA: 23’

David (Chaplin) lavora come aiuto attrezzista in degli studi cinematografici. È maldestro e pasticcione e crea scompiglio nei set che attraversa mentre il suo capo attrezzista Golia (Campbell) è fannullone e prevaricatore. Una ragazza (Purviance) cerca di farsi assumere come attrice ma, essendo rifiutata, si traveste da uomo per lavorare come operaio.

Con Behind the Screen il mondo del cinema, a pochi anni dalla sua fondazione, è già oggetto di rappresentazione e satira. Chaplin ci aveva già provato tre volte, nei cortometraggi A Film Johnnie (Charlot fa del cinema, 1914), The Masquerader (Charlot attore, 1914) e His New Job (Charlot principiante, 1915), i primi due di produzione Keystone di Mack Sennett, il terzo prodotto dalla Essanay.

Ma Behind the Screen è quello più riuscito, una sorprendente e scatenata commedia slapstick dove Chaplin prende di mira proprio la componente industriale e seriale del cinema, con l’inevitabile battaglia delle torte in faccia che sembra quasi una citazione delle sgangherate farse di Mack Sennett. Ed oltre ad alcune gag esilaranti, del film resta impressa una delle prime rappresentazioni del travestitismo e dell’omosessualità al cinema.

Behind the Screen è uno dei pochi film nei quali il personaggio creato ed interpretato da Chaplin ha un nome (David). Infatti se nelle prime commedie si chiamava semplicemente Charlie o Chas, dal 1915 e dal film omonimo Chaplin lo battezzerà The Tramp (il vagabondo), nome che rimarrà fino al 1936 con Tempi moderni, dopo il quale il personaggio uscirà definitivamente di scena. Invece il nomignolo Charlot veniva usato solo in Europa, specialmente in Francia ed in Italia.

DIE PUPPE (La bambola,1919)

REGIA: Ernst Lubitsch SOGGETTO: da un’operetta di A.M.Willner, ispirata ai racconti di E.T.A.Hoffmann SCENEGGIATURA: Hans Kraly, Ernst Lubitsch

FOTOGRAFIA: Theodor Sparkühl PRODUZIONE: Union-UFA INTERPRETI: Ossi Oswalda, Hermann Thimig, Max Kronert, Victor Janson

ORIGINE: Germania; DURATA: 60’

Il barone von Chanterelle (Kronert), privo di eredi, pubblica un editto per maritare suo nipote Lancelot (Thimig). Si presentano quaranta fanciulle scatenate e il giovane, spaventato, fugge a gambe levate per rifugiarsi in un convento di frati crapuloni. I frati, ingolositi da una cospicua ricompensa che il barone promette al nipote se torna all’ovile, lo convincono a sposare…una bambola (Oswalda) costruita da un inventore.

Straordinaria commedia tedesca di Lubitsch nella quale si fondono elementi dell’espressionismo, del fantastico hoffmaniano, della farsa scatenata che ridicolizza tipi sociali e istituzioni.

Ma l’inizio del film è davvero sensazionale: “Die Puppe inizia con una sorta di prologo: con il regista, Ernst Lubitsch in persona, che da uno scatolone estrae delle piccole scenografie di cartone, una casa, un giardino. Poi tira fuori due bambolotti, che nella scena seguente si trasformano in due attori e il film può davvero iniziare.

Ecco il primo straordinario “tocco” lubitschiano, ecco la prima definizione del regista cinematografico, non dimostrata in astratta teoria, ma mostrata, esibita platealmente nel corpo stesso del film: il regista come un vero burattinaio, come un Collodi del cinema, che muove le sue marionette, gli oggetti, il paesaggio, tutto è nelle sue mani. Così descriveva il suo film lo stesso Lubitsch: “Die Puppe era una fantasia pura, con décors di cartone e addirittura di carta. Ancora oggi, credo che si tratti di uno dei film più ricchi di inventiva fra quelli che ho realizzato.” (da Un’ombra è soltanto un’ombra di Leandro Giribaldi).

L. Giribaldi


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pin It on Pinterest

Share This