Leandro Giribaldi presenta, per la rassegna “Che cos’é il Cinema“
AURORA
(Sunrise: A Song of Two Humans, 1927)
REGIA: Firedrich W. Murnau
SOGGETTO: Hermann Sudermann
SCENEGGIATURA: Carl Mayer
FOTOGRAFIA: Charles Rusher, Karl Struss
MUSICHE: Hugo Riesenfeld
PRODUZIONE: William Fox per Fox Film Corporation
INTERPRETI: George O’Brien, Janet Gaynor, Margaret Livingston
ORIGINE: USA; DURATA: 97’
In un luogo imprecisato di vacanze, in campagna, una spregiudicata donna di città (Livingston) ha incontrato un contadino (O’Brien). I due sono diventati amanti ma lui è combattuto dal senso di colpa verso la moglie (Gaynor) e il figlioletto.
Melodramma che contrappone lo scontro fra città e campagna in una storia che vuole essere universale e simbolica, una “canzone per due esseri umani”, nella quale i personaggi non hanno nome: “la donna di città”, “l’uomo”, “la moglie”.
Per il suo primo film americano Murnau aveva avuto carta bianca dal produttore William Fox: così cercò di impiantare ad Hollywood la categoria del “film d’arte”, aiutato per la sceneggiatura da un altro esponente dell’espressionismo tedesco, Carl Mayer.
Diceva Murnau: “Dobbiamo tendere verso l’emancipazione da tutto quello che non rientra nel vero territorio del cinema, verso l’eliminazione di tutto ciò che è inutile, triviale e ricavato da altre fonti – tutti i “trucchi”, “gags”, espedienti, banalità estranee al cinema, ma desunte dalla scena e dal libro. E’ ciò che è stato fatto quando certi film raggiungono il livello della grande arte.”
Aurora, film poetico e visionario, colpì per le innovazioni tecniche: i movimenti di macchina, le sovrimpressioni, la fotografia, tanto che al primo Oscar della storia ebbe tre premi: miglior attrice, miglior fotografia e “film unico e artistico”. Nonostante questo Aurora fu un insuccesso commerciale ed i tre film successivi del regista di Nosferatu ebbero tutti difficoltà produttive. Murnau, uno dei grandi creatori di forme cinematografiche, morì nel 1931, a 43 anni, per un incidente d’auto.
L. Giribaldi