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IL DISPREZZO giovedì 12 settembre ore 21:30 – lingua originale con sottotitoli


Leandro Giribaldi presenta, per la rassegna “Fritz Lang ritorno in Europa

REGIA: Jean-Luc Godard

SOGGETTO: dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia

SCENEGGIATURA: Jean-Luc Godard

FOTOGRAFIA: Raoul Coutard

MUSICA: Georges Delerue

INTERPRETI: Brigitte Bardot, Michel Piccoli, Fritz Lang, Jack Palance

PRODUZIONE: Carlo Ponti, Georges de Beauregarde

ORIGINE: Francia/Italia 1963 DURATA: 105’

Lo scrittore Paul Javal (Piccoli) è convocato a Cinecittà dal produttore americano Jerry Prokosch (Palance) per riscrivere alcune scene dell’Odissea, film che si sta girando fra Roma e Capri per la regia di Fritz Lang (lo stesso Lang). Il produttore è affascinato da Camille (Bardot), la giovane bellissima moglie dello sceneggiatore.

Il disprezzo è il sesto lungometraggio di Godard, la sua più grossa produzione fino a quel momento, dieci volte il budget di Fino all’ultimo respiro. Godard rivoluziona il testo moraviano, sbilanciando la vicenda in un percorso intimo e intimamente cinematografico, a cominciare dal geniale inizio dove, in un lungo piano-sequenza (il film sarà realizzato con 149 piani-sequenza) composto da un carrello rettilineo, il complice direttore della fotografia Coutard dirige la cinepresa mentre la voce di Godard narra (niente cartelli scritti) i titoli di testa fino a citare il maestro André Bazin.

Vertiginosi i rimandi fra cinema e realtà: Piccoli rappresenta lo stesso Godard, mentre la Bardot è Anna Karina e i loro dialoghi sono quelli della crisi Godard-Karina. E Lang è Lang, in lotta perenne con i produttori, ma anche lo stesso Godard, in conflitto con le logiche del cinema commerciale. Difatti il film fu considerato invendibile da Carlo Ponti che lo massacrò togliendo circa 20 minuti, sostituendo i titoli narrati da Godard con banali cartelli, cambiando perfino la musica romantica di Delerue con motivi jazz di Piccioni. Ma B.B. considerò Il disprezzo l’unica opera d’arte della sua carriera.

Fritz Lang, nato a Vienna nel 1890, all’inizio degli anni Sessanta, dopo aver diretto Il diabolico dottor Mabuse, stava tentando di farsi produrre un nuovo film in Germania da un suo soggetto di argomento criminale-poliziesco (film mai realizzato). Aveva dunque 73 anni quando fu chiamato da Godard ad interpretare Il disprezzo, l’unico film della sua lunghissima carriera in cui Lang compare come attore e in un ruolo incredibilmente significativo, quasi un coronamento della sua storia cinematografica.

Nel romanzo di Moravia infatti il regista tedesco (mai esistito) si chiama Reinghold, aveva iniziato a girare film nella Germania pre-nazista ma “non era certo della classe dei Lang e dei Pabst”. Invece Godard volle che il regista che stava per girare una versione moderna de L’Odissea, si chiamasse Fritz Lang e lo interpretasse lo stesso Fritz Lang!

Così il regista viennese ne parlava a Bogdanovich: “Dopo che Godard mi convinse a interpretare la parte, che è molto diversa dal personaggio del libro, mi dissi: Non dirigerò questo film, non darò consigli a Godard, sono scritturato come attore e mi comporterò come tale. Se mi chiede consiglio glielo darò.

A volte mi chiedeva consiglio, di solito no. Per esempio, ho una lunga conversazione con il marito (Piccoli) nella quale lui parla della strage dei pretendenti di Penelope e siccome è geloso, difende le ragioni di Ulisse. Godard non era soddisfatto delle sue idee e mi disse: «Fritz, hai delle idee su come finire questo film?». Avevo scritto una cosa senza mai avere l’occasione di usarla e gli dissi: «Che ne diresti se Lang dicesse: L’omicidio – uccidere – non è una soluzione». Gli è piaciuta moltissimo. Ecco come lavoravamo: è stato molto piacevole. Credo che Godard sia la più grande speranza del cinema.” (da Chi diavolo ha fatto quel film? – Conversazioni con registi leggendari di Peter Bogdanovich)

L. Giribaldi


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