IL POSTO DELLE FRAGOLE (Smultronstället, 1958)
REGIA: Ingmar Bergman
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Ingmar Bergman
FOTOGRAFIA: Gunnar Fischer
MUSICHE: Erik Nordgren
PRODUZIONE: Svensk Filmindustri
INTERPRETI: Victor Sjostrom, Ingrid Thulin, Bibi Andersson, Gunnar Bjornstrand
ORIGINE: Svezia; DURATA: 91’
Alla vigilia della sua partenza per l’università di Lund, dove riceverà il premio per il suo Giubileo professionale, il settantottenne professor Isak Lund (Sjostrom) compie un bilancio, non troppo benevolo, della propria vita. La notte fa un sogno angoscioso, con presagi di morte e l’indomani mattina decide di partire per Lund in auto, anziché in aereo come programmato.
Bergman si era sempre definito un autodidatta e dopo il suo esordio nel 1946, passa attraverso varie fasi artistiche, sperimentando e ricreando un nuovo modo di fare cinema. Il posto delle fragole è un singolare road-movie dell’anima, un viaggio non solo fisico, soprattutto un viaggio nella memoria.
Bergman a soli trentanove anni riesce a raccontare con straordinaria sintonia il momento forse finale della vita di un vecchio “pedante ed egoista”, aiutato dall’eccezionale interpretazione di Victor Sjostrom, il suo maestro, qui nella sua ultima apparizione sullo schermo.
Film capitale nella filmografia di Bergman, Il posto delle fragole è anche un capolavoro assoluto della storia del cinema, un film dallo strano equilibrio fra realismo ed espressionismo, nel quale il nitore della luce nordica coesiste con le sequenze oniriche.
Bergman aveva una coscienza precisa della funzione del cinema, di quello che il cinema rappresentava come estetica e nella sua ricerca interiore: “Quando il film non è un documento, è un sogno. Film come sogno, film come musica. Nessun’altra arte come il cinema va direttamente ai nostri sentimenti, allo spazio crepuscolare nel profondo della nostra anima, sfiorando soltanto la nostra coscienza diurna.”
L. Giribaldi