Leandro Giribaldi presenta, per la rassegna Cinema e Letteratura

IL PIACERE (Le plaisir, 1952)
REGIA: Max Ophuls
SOGGETTO: dai racconti La maschera, Casa Tellier, La modella di Guy de Maupassant
SCENEGGIATURA: Jacques Natanson, Max Ophuls
FOTOGRAFIA: Christian Matras (1° e 3° ep.), Philippe Agostini (2°ep.)
MUSICHE: Joe Hajos e Maurice Yvain (su temi di Offenbach)
PRODUZIONE: Stera Films CCFC
INTERPRETI: Claude Dauphin, Jean Galland, Danielle Darrieux, Jean Gabin, Simone Simon, Jean Servais, Daniel Gélin
ORIGINE: Francia; DURATA: 95’
Francia, fine Ottocento. Tre episodi: nel primo un uomo (Galland) si sente male durante un ballo sfrenato; nel secondo la tenutaria di una casa di piacere (Maison Tellier) chiude momentaneamente il bordello per andare in campagna con le ragazze alla prima comunione della nipotina; nel terzo un uomo (Servais) racconta all’amico la storia di un pittore e della sua modella (Simon).
L’apolide Max Ophuls (pseudonimo di Maximilian Oppenheimer), ebreo tedesco alsaziano, nato a pochi chilometri dal confine francese, aveva girato film in Germania, Francia, Italia, Stati Uniti.
Dopo il suo ritorno in Francia via Hollywood, ormai naturalizzato francese, gira i suoi film più celebri. Fra questi Il piacere, tre variazioni sull’amore, vero capolavoro di cinema aereo: per i volteggianti movimenti di macchina e la capacità di trattare con leggerezza i temi universali dell’amore e del piacere.
Comparando oggi il film con i racconti di Maupassant sorprende quanto Ophuls sia rimasto fedele al grande scrittore, pur dandone una lettura personale che, come in tutto il suo cinema, mettendo in scena la finzione, la racconta e ne svela nello stesso tempo l’illusione.
Al tempo fu molto criticato in Francia da una certa critica sciovinista che gli rimproverava sostanzialmente di osare, da non francese, ad interpretare Maupassant. Ci pensarono in seguito Godard e Kubrick, (considerava Ophuls il suo maestro) a rimettere le cose a posto, inserendo Ophuls fra i grandi del cinema.
L. Giribaldi