ERNST LUBITSCH
Ernst Lubitsch (Berlino 1892 – Los Angeles 1947) è un altro dei registi di origine tedesca che nei primi decenni del ‘900 ha dato uno straordinario impulso alla tecnica della narrazione cinematografica. È uno dei pochissimi che, avendo iniziato la propria attività poco avanti lo scoppio della prima guerra mondiale, ha proseguito per tutto il periodo del muto, realizzando commedie, farse, drammi, film storici, prima in Germania e poi in America, riuscendo infine a passare indenne al cinema sonoro anzi, se possibile, rendendo il proprio stile ancora più smagliante.
Lubitsch, autore passato alla storia quasi esclusivamente per le sue commedie, è un regista dallo stile inimitabile, tanto che si è parlato, giustamente, del “tocco di Lubitsch”, The Lubitsch Touch. Il cinema di Lubitsch è allusivo, malizioso, fascinoso, pieno di doppi sensi, narrativamente ellittico. Che cos’è un’ellissi al cinema? Quando la narrazione non è lineare e quando il buco nella storia è ricostruito fulmineamente attraverso un’immagine, un dettaglio, una dissolvenza, dei suoni o delle musiche. Così, magicamente, attraverso un’inquadratura, si può ricostruire un periodo temporale, una situazione psicologica, uno sviluppo emozionale. E spesso è più importante quello che non si vede rispetto a quello che si vede.
Il cinema di Ernst Lubitsch ha bisogno del pubblico: Lubitsch ha costruito il suo cinema come un triangolo, il regista, il film, il pubblico. Il film è nel mezzo di questo triangolo perché il regista – il burattinaio – strizza continuamente l’occhio al pubblico (gli attori invece ignorano spesso quello che sta succedendo) che risponde prontamente, riconoscente e divertito. Secondo l’illuminante definizione di Truffaut: “Le incredibili ellissi del racconto funzionano solo perché ci sono le nostre risa che fanno da ponte tra una scena e l’altra. Lubitsch è un gruviera dove ogni buco è geniale”. Reticente nei suoi film, come su se stesso, a chi gli domandava come trovasse i suoi famosi “tocchi”, Lubitsch rispondeva: “E’ necessario avere sempre nuove idee, trovare nuovi modi per mantenere desto l’interesse del pubblico, metodi differenti per comunicare i significati delle cose.” (da Un’ombra è soltanto un’ombra di Leandro Giribaldi).
L. Giribaldi
Giovedì 2 gennaio ore 21:30 | NON VORREI ESSERE UN UOMO (1918, 45′); LA PRINCIPESSA DELLE OSTRICHE (1919, 45′) |
Giovedì 9 gennaio ore 21:30 | LO SCOIATTOLO (1921, 81′) |
Giovedì 16 gennaio ore 21:30 | IL VENTAGLIO DI LADY WINDERMERE (1925, 85′) |
Giovedì 23 gennaio ore 21:30 | IL PRINCIPE CONSORTE (1929, 106′) |
Giovedì 30 gennaio ore 21:30 | MONTECARLO (1930, 89′) |
Giovedì 6 febbraio ore 21:30 | L’ALLEGRO TENENTE (1931, 90′) |
Giovedì 13 febbraio ore 21:30 | UN’ORA D’AMORE (1932, 75′) |
Giovedì 20 febbraio ore 21:30 | MANCIA COMPETENTE (1932, 80′) |
Giovedì 27 febbraio ore 21:30 | PARTITA A QUATTRO (1933, 88′) |